La Posta Elettronica Certificata (PEC) è uno strumento informatico che si pone il traguardo di sostituire la Raccomandata A/R, velocizzando le comunicazioni ufficiali tra cittadini, tra imprese e tra enti statali.
Nella scorsa legge finanziaria (decreto anti-crisi), è stato introdotto l’obbligo per tutte le società (all’atto dell’iscrizione nel Registro delle Imprese per quelle nuove, entro 3 anni per le altre), per i liberi professionisti (entro un anno) e per le P.A. di comunicare anche il proprio indirizzo di posta elettronica certificata.
L’idea, nonostante sia un po’ datata, e nonostante sia applicata solo in Italia, è buona:
- permette di evitare perdite di tempo alle poste
- permette di risparmiare sul costo della raccomandata
- offe le medesime garanzie del sistema “Raccomandata A/R”
Una casella PEC può essere acquistata solo presso pochi fornitori, in quanto tale servizio può essere erogato esclusivamente dai gestori accreditati presso il CNIPA (e sono richiesti requisiti sia tecnici ma soprattuto di capitali, che non permettono un facile accreditamento). Il costo, attualmente, per una casella PEC va dai 5 € all’anno (+IVA) ai 30 €.
In questi giorni, il Ministro Brunetta, sta varando un decreto (si legga questo articolo di Punto Informatico) per l’assegnazione GRATUITA di una casella PEC per ogni cittadino italiano ne faccia richiesta.
Secondo me, questo è bel passo avanti. L’unico neo che posso rilevare, in questa iniziativa, è che il servizio verrà affidato (attraverso una gara pubblica) ad un unico gestore: quindi un soggetto privato che verrebbe a gestire, in appalto, un patrimonio di dati sensibili, con la possibilità di gestire anche tutta quella serie di servizi accessori a quello di PEC (ad esempio l’SMS di notifica ricezione posta certificata, un call center dedicato al servizio, la gestione burocratica della sottoscrizione della PEC, ecc. ecc.).
La soluzione ottimale, secondo il mio parere, dovrebbe essere quella di offrire direttamente come Pubblica Amministrazione il servizio di PEC, gratuitamente al cittadino, evitando così di svilire una buona iniziativa, come successo ad esempio con le “social card”.